Sabato scorso, a Tramatza, si è riunita l’Assemblea dei soci della Rete Sarda Diabete per il rinnovo delle cariche sociali della Federazione. Per il secondo mandato consecutivo è stato eletto presidente l’iglesiente Riccardo Trentin, 51 anni, insegnante, che sarà affiancato dal vicepresidente Pietro Spano, da Simona Salis ed Eleonora Inzàina (segreteria e tesoreria), e dai consiglieri Fabio Sabeddu, Benedetto Mameli, Daniela Sanna, Diego Piras e Roberta Tocco. In questo modo sarà possibile dare continuità all’azione della Federazione degli ultimi anni.
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All’assemblea hanno partecipato otto associazioni territoriali rappresentative dell’intera isola, che nel precedente mandato hanno portato avanti i diversi progetti, istanze e le numerose rivendicazioni delle oltre 120mila persone affette da diabete in Sardegna. «Sono stati anni difficili per via della pandemia, ma con importanti risultati raggiunti», ha detto Trentin subito dopo l’elezione. «Le difficoltà ci sono, certo. Ma noi continuiamo a credere nel dialogo con le istituzioni, nella battaglia delle idee, nella sfida delle intelligenze. Noi stiamo facendo la nostra parte».
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La Federazione pone come base delle sue azioni alcuni obiettivi, ritenuti prioritari, su cui si è soffermato il presidente Trentin. Scuola e diabete: «Serve un nuovo corso per la scuola sarda, necessario ad accompagnare il delicato percorso di inserimento e inclusione di bambini e adolescenti in ambito scolastico e a soddisfare le tante aspettative delle famiglie». Educazione e formazione: «Interventi a sostegno della formazione ed educazione delle persone con diabete, orientati ad aumentare la consapevolezza individuale e sociale della malattia, per combattere preclusioni e discriminazioni personali e professionali». Avvio di screening per la diagnosi precoce del diabete tipo 1 e prevenzione del diabete tipo 2: «Attivare i protocolli per tutti i soggetti a rischio». Avvio dei tavoli tecnici permanenti per favorire l’interazione tra Rete Sarda Diabete, comunità scientifiche diabetologiche sarde e sistema sanitario regionale, «per la costruzione di un modello di rappresentanza e partecipazione che dal basso arrivi ai processi decisionali». Parità di accesso, come nel resto della penisola, a metodi diagnostici e terapeutici appropriati per quanto riguarda le nuove tecnologi,e come sensori, microinfusori e farmaci innovativi: «Deve essere realizzato in modo uniforme su tutto il territorio regionale, perché sia affermata l’equità nella qualità della cura e della vita delle persone con diabete».
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«L’unione di intenti tra famiglie, associazioni di persone con diabete, enti territoriali, Regione e istituzioni sanitarie – ha evidenziato in conclusione Trentin – sarà necessaria per la tutela delle famiglie e delle persone con diabete».
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La Federazione Rete Sarda Diabete, fin dalla sua costituzione avvenuta nel giugno del 2019, si è mossa sul territorio ponendo le basi per creare una rete tra le associazioni già presenti, i pazienti e tutti i soggetti interessati quali Asl, Comuni, Regione e laboratori di analisi. Al concetto generico di tutela dei diritti dei pazienti diabetici, nel corso del tempo si sono aggiunte nuove sfide, fatte di protocolli d’intesa, audizioni in commissione salute in Consiglio regionale, fino alla costituzione di un Registro regionale delle persone con diabete, nel 2021.