Una opportunità per presentarsi, per conoscersi e magari far nascere una rete tra le varie realtà del Terzo settore sardo. La presentazione del progetto “Onderadio_Approdi del sociale nell’isola”, che si è tenuta ieri alla sede della Fondazione di Sardegna a Cagliari, è servita anche a favorire il dialogo. L’iniziativa dell’associazione culturale “Radio Club” in partnership con l’associazione Tàjrà Ets, l’associazione culturale “Passione cinema”, Radio 89 Classics, Metecalab e Creative Service Srl, è partita con un primo ciclo di interviste.
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Dopo l’introduzione del vicepresidente dell’associazione Radio Club, Paolo Meloni, e dei videomakers Gianni Menicucci e Marco Gallus (che hanno confessato di aver fatto un’esperienza molto forte anche dal punto di vista umano, oltre che professionale) sul palco si sono succeduti i rappresentanti delle realtà raccontate (erano assenti quelli di Mondo X-Sardegna e della Casa della Fraterna solidarietà, per impegni legati alle loro attività). Luca Santarossa, presidente di Amici NaturalMente, ha ricordato che la loro è un’associazione un po’ atipica rispetto a quelle ambientaliste tradizionali: «Siamo nati dalla fusione di due realtà. L’Associazione malattie infiammatorie croniche intestinali riscontra tra i suoi tesserati notevoli benefici da ciò che facciamo da anni, cioè gli orti sociali in ambito urbano. A Cagliari stiamo portando avanti un progetto a ridosso delle cave di Monte Urpinu, in un’area poco conosciuta e frequentata. Gli orti urbani sono in fase di espansione ovunque perché consentono di riappropriarsi del territorio svolgendo un’attività salutare sotto tutti i punti di vista».
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Luigi Salis, coordinatore della comunità per minori “Corte antica” di Suelli, ha parlato del crescente disagio tra i ragazzi in età compresa tra i 14 e i 18 anni: «Ci occupiamo, in particolar modo, di adolescenti che manifestano problemi comportamentali o sociali di vario genere. Superata la maggiore età, ovviamente non ci dimentichiamo di loro: continuiamo a seguirli e ad aiutarli a vivere una vita indipendente, all’interno di un percorso dedicato che si chiama “Prendere il volo”. I fondi messi a disposizione dalla Regione ci consentono di garantire gli studi soprattutto a quanti non possono fare rientro in famiglia».
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Dei disagi adolescenziali avrebbe avuto parecchio da dire anche Padre Salvatore Morittu, se una riunione fuori sede non gli avesse impedito di partecipare: avrebbe parlato dell’aumento del consumo di droghe nella fascia 12-15 anni e dell’incremento di casi psichiatrici correlati. È toccato alla psicologa Fabrizia Falco richiamare l’attenzione generale su un fenomeno crescente: i disturbi alimentari. «In gran parte – ha detto la coordinatrice della Comunità residenziale “Lo Specchio – Casa Emmaus” – registriamo una comorbidità di origine psichiatrica. Anoressia e bulimia crescono esponenzialmente da alcuni anni, e il periodo pandemico ha accelerato un fenomeno che sta travolgendo anche i bambini: ne abbiamo curato alcuni di 10-12 anni. Il cibo è la prima forma di comunicazione, chi soffre di queste patologie manifesta a modo suo un forte disagio da cui, per fortuna, si può guarire».
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Di ambiente e turismo ha invece parlato Carlo Milia della cooperativa Gea: «Puntiamo su due peculiarità che caratterizzano la Sardegna, e cerchiamo di farlo con modalità differenti rispetto al consueto. Guardiamo al turismo lento, uniamo la cultura all’ospitalità: eclatante è l’esempio del museo Muma di Sant’Antioco che, al suo interno, accoglie un ostello moderno ma essenziale, senza televisore in camera: la tivù migliore è la straordinaria laguna a venti metri di distanza. Siamo arrivati in pochi anni a diecimila visitatori, che hanno apprezzato la proposta».
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La creazione di nuova occupazione è una delle mission della cooperativa sociale Lariso di Nuoro. «In realtà – ha detto il presidente Silvio Obinu – ci occupiamo dei giovani a 360 gradi, puntando su formazione, inclusione, cultura e pieno coinvolgimento. Non ha senso calare dall’alto le iniziative, dobbiamo aiutare i giovani a tirare fuori ciò che di bello hanno dentro. Abbiamo voluto cambiare la narrazione di un territorio che, pur avendo dato i natali a scrittori del calibro di Grazia Deledda, Sebastiano Satta e Salvatore Satta, per citarne alcuni, ha sempre mostrato i limiti di un isolamento territoriale e infrastrutturale. Ma c’è un fermento che mostra tanti talenti e idee».
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Tra i nuovi progetti che destano un certo interesse per innovazione e creatività, c’è certamente quello lanciato da Domu Mia – Amici di Sant’Egidio, un’associazione di Muravera che dal Sarrabus Gerrei sta allargando il raggio d’azione ad altre zone dell’Isola. «Grazie al contributo concesso dalla Fondazione Vismara – ha spiegato il vulcanico presidente Ninni Santus durante la presentazione (nella foto sotto un momento dei lavori alla Fondazione di Sardegna, ndr) – abbiamo potuto acquistare quattro tandem, che ci permetteranno di sviluppare un intervento a favore di persone con disabilità. Soltanto nel nostro territorio abbiamo scoperto una ventina di giovani non vedenti: mi ha colpito uno di loro, quando mi ha detto che finalmente scoprirà l’ebbrezza dell’aria sul viso mentre pedala. Nel contempo continuiamo a promuovere s’aggiudu torrau con le persone che si rivolgono a noi per avere un aiuto, con generi alimentari, indumenti o altro».
Un ritorno al passato, verrebbe da dire. Che ha trovato proseliti, per esempio nella Fondazione Domus de Luna. «Anche noi applichiamo la filosofia de s’aggiudu torrau: numerose persone che beneficiano dei nostri interventi, restituiscono qualcosa alla collettività», ha confermato Virginia Maria Schlich. «Purtroppo la povertà continua a mantenere livelli elevati anche nel dopo pandemia, c’è una grossa fetta della popolazione che sembra dimenticata dalle istituzioni, non trova lavoro e non sa come fare per sfamarsi. Rattrista soprattutto vedere 1.200 bambini che, nella sola Cagliari, spesso non hanno omogeneizzati, pappe e pannolini a sufficienza».
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Ha chiuso la carrellata una Srl decisamente atipica, l’agenzia formativa Iannas, una delle 23 società benefit sarde. «Si tratta di una realtà che, sin dalla sua nascita nel 2015, ha mostrato attitudini verso il sociale», ha detto Silvia Cocco. «La trasformazione in “benefit” nel 2021 è stato un passaggio naturale. Promuoviamo una serie di attività di formazione e istruzione con modalità alternative a quelle istituzionali, ma anche eventi culturali che hanno ricadute nella nostra comunità: crediamo che si debba restituire una quota del nostro operato o di quanto la buona sorte ci offre».
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Onderadio offre un’ampia panoramica sulle tante associazioni e organizzazioni che, in silenzio e con grande impegno, ogni giorno aiutano numerose persone in difficoltà o lavorano per il miglioramento del contesto ambientale. Si intrecciano storie di solidarietà, cura e affetto che caratterizzano l’intero territorio regionale. Il progetto dà voce a chi agisce dietro le quinte.
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Le interviste, che sono disponibili su YouTube e sulla piattaforma Metecalab, saranno trasmesse gratuitamente a partire dai prossimi giorni da uno spontaneo network radiotelevisivo che ha accolto la proposta.