Il 22 marzo, in occasione della Giornata mondiale dell’acqua, si terrà a Siniscola la presentazione del video “Sorgente di sa conca ‘e Locoli, tra esplorazione e scienza”, dedicato a un progetto di ricerca realizzato dallo Speleo Club di Nuoro in collaborazione con la Onlus Phreatic, che raccoglie numerosi ricercatori e scienziati in tematiche ambientali. L’appuntamento è alle ore 20,30 nella sala convegni dell’Unione dei Comuni del Montalbo, in via Isalle. La ricerca, finanziata dalla Fondazione di Sardegna, gode del supporto del Parco naturale regionale di Tepilora e della Riserva della Biosfera MaB Unesco Tepilora, Rio Posada e Montalbo di cui fa parte il territorio di Siniscola e quindi l’area interessata dalle attività di studio.
Da oltre vent’anni lo Speleo Club di Nuoro ha iniziato a esplorare la grotta di Sa Conca ‘e Locoli, una splendida cavità carsica parzialmente allagata, che si trova nella catena montuosa del Montalbo, nel cuore della Riserva di Biosfera. Risale invece al 2019 la collaborazione esplorativa in subacquea del sito con gli studiosi di Phreatic. Questa grotta è conosciuta da migliaia di anni, ma la sua complessa conformazione la rende difficile da penetrare ed esplorare. I volontari Phreatic supportati da quelli dello Speleo Club di Nuoro, per la logistica e il trasporto dell’attrezzatura, hanno fatto la prima immersione di ispezione del sito nell’agosto 2021 e sono rimasti stupiti dalla sua bellezza, ancora tutta da scoprire. Nei mesi a seguire si sono quindi tenute numerose immersioni che sono servite ad arricchire i primi studi già realizzati dal geologo nuorese Francesco Murgia.
Il 2022 è stato dichiarato dalla Società meteorologica italiana come l’anno “tra i più estremi mai registrati in termini di caldo e deficit di precipitazioni”, registrando un saldo negativo pluviometrico complessivo del 30%. Secondo i dati dell’Osservatorio CittàClima di Legambiente, sono aumentati del 367% i casi di danni dovuti alla siccità, passati dai 6 del 2021 ai 28 del 2022. In vista della ricorrenza, l’Associazione ambientalista presenta il dossier “Accelerare il cambiamento: la sfida dell’acqua passa dalle città”, in cui fotografa il potenziale che avrebbero insieme la raccolta delle acque meteoriche in ambiente urbano e il riutilizzo di quelle reflue per l’agricoltura: pari a 22 miliardi di metri cubi di acqua all’anno, corrispondenti a circa 3 volte la capacità contenuta nei 374 grandi invasi in esercizio, che ammonta a circa 6,9 miliardi di metri cubi. Numeri importanti, che spingono il Cigno Verde a chiedere al Governo Meloni una strategia idrica nazionale in modo da avviare una nuova governance dell’acqua, vista come bene comune, che abbia come obiettivo non solo l’accumulo per affrontare i periodi di carenza, ma soprattutto la riduzione della domanda e quindi dei prelievi e degli usi in tutti i suoi settori.
«In Sardegna – spiega Annalisa Colombu, presidente regionale di Legambiente – è stata istituita l’Autorità di bacino regionale, che governa in modo unitario i bacini idrografici della Sardegna, e l’Enas, in sostituzione dei 42 enti precedenti la riforma. È stata realizzata l’interconnessione di una parte consistente dei bacini, che consente una migliore gestione del sistema idrico multisettoriale. È per questo che, nonostante la riduzione delle precipitazioni, la situazione degli invasi è attualmente meno critica del resto del Paese. Per l’adattamento al cambiamento climatico, che sta accentuando sempre più i periodi di siccità, è di fondamentale importanza il completamento delle opere di costruzione degli invasi e di collegamento degli stessi. Occorre inoltre affrontare organicamente il problema delle perdite di acqua potabile nelle reti sarde, tra le più alte in Italia. Per il riutilizzo delle acque reflue nell’area cagliaritana è stata realizzata, a valle dell’impianto di depurazione di Is Arenas, una rete idrica di 19 km, compresa di stazioni di sollevamento, per servire tutti i parchi della città di Cagliari ma siamo ancora in attesa dell’impianto per il trattamento terziario delle acque depurate che attualmente sono perse a mare per ben l’80%».
Credits: le foto sono gentilmente concesse dallo Speleo Club di Nuoro.