Domenica 26 marzo nelle parrocchie una raccolta fondi per Siria e Turchia

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Domenica 26 marzo (V di Quaresima), su invito di Papa Francesco, in tutte le chiese del Paese i fedeli saranno invitati a partecipare alla colletta nazionale promossa dalla Conferenza Episcopale italiana per esprimere la vicinanza della Chiesa cattolica alle popolazioni di Turchia e Siria, recentemente colpite dal terribile terremoto che ha devastato intere regioni e città (vedi foto sotto). Tutte le parrocchie sono state invitate a aderire, per esprimere nella preghiera unitaria la propria solidarietà.
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Un segno concreto di partecipazione ai bisogni, materiali e spirituali, delle popolazioni terremotate. «La Chiesa italiana partecipa a questa avventura dolorosa anche attraverso i fondi dell’Otto per Mille, una parte dei quali sono destinati a interventi caritativi nel Terzo mondo e nei Paesi in via di sviluppo», spiega monsignor Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Cei (foto d’apertura). «L’iniziativa è stata pensata anzitutto per sottolineare l’importanza per noi credenti di sentire parte della nostra vita, quella dei nostri fratelli che stanno nel Medio Oriente, in Turchia, in Siria, in Libano. Questa dilatazione del cuore, fa percepire nostri i Paesi degli altri, nostre le speranze altrui. Sarà l’occasione per ripensare la propria apertura al mondo in una comunione delle anime che si realizza in Cristo».
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Dal 2013 ad oggi la Cei ha destinato 12.124.711 euro per realizzare 17 interventi in Siria. Tra questi ha una particolare rilevanza il progetto “Ospedali aperti”, gestito dalla Fondazione Avsi, che dal 2017 rappresenta una risposta significativa alla crisi umanitaria, e oggi anche alle conseguenze del sisma. Di forte impatto sul territorio anche il progetto per il sostegno, la formazione e l’inserimento lavorativo della comunità cristiana di Aleppo promosso dal 2017 dall’associazione Pro Terra Sancta, che in seguito al sisma sta provvedendo anche alla distribuzione di pasti caldi nei centri di accoglienza e nei conventi. Non va dimenticato poi l’impegno continuo di Caritas Italiana che dal 2014 opera in Siria, Libano e Giordania per assistere i profughi della guerra.
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Le Diocesi dovranno versare alla Caritas Italiana, entro la fine di aprile, le offerte raccolte in occasione della colletta del 26 marzo.

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