Raccolta differenziata, l’Isola si conferma al secondo posto

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La Sardegna si conferma al secondo posto nella classifica italiana per la raccolta differenziata, con il 74,6%: si piazza alle spalle del Veneto (76,2%), a fronte di una media nazionale del 64%. Il dato emerge dalla quinta edizione dell’EcoForum Sardegna – I cantieri dell’economia circolare, promosso da Legambiente. Cresce la produzione dei rifiuti (+5%) che rallenta la corsa all’80% della raccolta differenziata.
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Ieri si è svolta la premiazione dei Comuni Ricicloni, organizzata con il patrocinio dell’Assessorato regionale della Difesa dell’ambiente. L’EcoForum ha tra i suoi obiettivi quello di creare interazioni e sinergie con i principali operatori della gestione virtuosa dei rifiuti, come aziende, pubblica amministrazione, consorzi e associazioni, e di premiare i Comuni Rifiuti Free che, oltre ad aver raggiunto l’obiettivo di legge del 65% di raccolta differenziata, hanno una produzione di rifiuto indifferenziato inferiore o uguale a 75 kg annui per abitante.
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Quest’anno il programma è articolato in 3 appuntamenti: il primo è quello che si è svolto ieri mattina a Cagliari; il 13 febbraio, sempre nel capoluogo sardo, si terrà un seminario in collaborazione con l’associazione degli studenti universitari Reset Unica e il Dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e architettura dell’Università di Cagliari, mentre il 27 febbraio è in programma un convegno a Sassari con un focus sul trattamento dei rifiuti organici.
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I dati relativi alla raccolta sui rifiuti urbani, elaborati dalla Regione Sardegna, si riferiscono al 2021, anno ancora segnato dalla pandemia, i cui effetti si sono fatti sentire anche sulla produzione di rifiuti in tutta l’Italia. L’obbligo di conferire nell’indifferenziato tutti i rifiuti prodotti all’interno di mura domestiche dove il virus ha contagiato gli occupanti, ha inciso sulla gestione dei rifiuti nel suo complesso, diminuendo la percentuale di raccolta differenziata e aumentando la produzione pro capite di rifiuto da avviare a smaltimento.
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Nel mese di settembre 2021 sono stati pubblicati i decreti del ministero dell’Ambiente e sicurezza energetica per i progetti del Pnrr, relativi a raccolta differenziata, impianti di riciclo e iniziative per le filiere di carta e cartone, plastiche, Raee, tessili, che prevedono un miliardo e mezzo di euro per la realizzazione di nuovi impianti di gestione dei rifiuti e l’ammodernamento degli impianti esistenti, e 600 milioni di euro per la realizzazione di progetti faro di economia circolare per filiere industriali strategiche. Tante pubbliche amministrazioni e realtà private sarde hanno partecipato ai bandi con progetti utili a superare il gap impiantistico e sono state finanziate. Gli impianti per l’economia circolare, in particolare quelli per il trattamento dei rifiuti, sono fondamentali per lo sviluppo sostenibile dei territori.
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Il rapporto annuale Comuni Ricicloni Sardegna è da sempre un elogio ai Comuni e alle loro associazioni, che hanno saputo organizzare la gestione dei rifiuti in maniera efficiente permettendo il raggiungimento di obiettivi ambiziosi.
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«La Sardegna conferma il suo secondo posto nella classifica nazionale per la raccolta differenziata, con una crescita rispetto al 2021», commenta Annalisa Colombu, presidente di Legambiente Sardegna. «L’incremento dei rifiuti prodotti e inviati a smaltimento durante la pandemia interrompe la tendenza al miglioramento continuo degli ultimi anni e, se evidenzia da una parte la fragilità di un sistema che conta ancora eccessivamente sui comportamenti delle utenze finali, ancora di più indica la strada dell’economia circolare come l’unica praticabile. La soddisfazione per le buone performance dei tanti Comuni sardi premiati ieri e per il posizionamento nazionale della Sardegna non deve farci abbassare la guardia. Anzi, staremo accanto ai territori, alle imprese e agli enti che hanno colto le opportunità del Pnrr e che praticheranno i principi della circolarità per invertire la stabilmente la rotta».
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Dai dati rilevati emerge un altro dato importante: Cagliari rimane al primo posto in Italia tra le città metropolitane, con il 73,8%. Nell’Isola si registra un incremento della produzione dei rifiuti urbani, che dovrà diminuire di 60.656 t/anno per raggiungere l’obiettivo del Piano regionale dei rifiuti. Ogni cittadino italiano, in un anno, ha prodotto in media 502 kg di rifiuti, mentre in Sardegna il valore si attesta a 475 kg, contro i 446 kg del 2020. La nostra è una regione virtuosa sia per le tonnellate di rifiuto raccolte che per la quantità di rifiuti differenziati pro capite (media nazionale 321 kg abitante/anno, in Sardegna 354 kg).
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«Quest’anno sono 144 i Comuni sardi che entrano nella classifica Comuni Rifiuti Free, in diminuzione rispetto al 2020 e al 2019», sottolinea Colombu. «Sono quei Comuni che smaltiscono meno di 75 kg/abitante annui. La frazione organica si conferma quella più raccolta in Sardegna: ha raggiungendo il 43,6% del totale differenziato. Carta e cartone rappresentano il 17,3%, seguono il vetro con il 14,3% e la plastica con il 10,9% della raccolta. Rispetto alle utenze e alla popolazione residente, l’incidenza percentuale delle raccolte porta a porta è pari al 90%. Infine, la Sardegna è l’unica regione italiana ad aver raggiunto e superato l’obiettivo del 2009 del 50% di raccolta differenziata in tutti i suoi 377 Comuni. Soltanto due di essi non raggiungono il 60%: tra questi troviamo Sassari. Soltanto la provincia di Oristano ha superato il 65% in tutti i suoi Comuni».
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