Benessere animale nelle città italiane, premiato il Comune di Nurachi

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Il Comune di Nurachi (OR) è stato premiato per il miglior risultato ottenuto tra tutti i piccoli Comuni italiani con popolazione tra i mille e i 5mila abitanti, in merito al benessere animale in città. Ne dà notizia Legambiente, critica nel dire che “l’Italia è fortemente indietro nella sfida di garantire il benessere animale”, con conseguenze di tipo economico, sociale e ambientale. Spesa pubblica in aumento, disparità territoriali, ritardo sulle sterilizzazioni, milioni di “animali fantasma” e scarsa attuazione di regolamenti nella prevenzione: queste le criticità rilevate.
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“In un Paese sotto scacco degli effetti della crisi climatica ed energetica, oltre che della pandemia, e minacciato dalla crescente povertà e dalla perdita di biodiversità, diventa ancora più centrale prendersi cura preventivamente della rete degli affetti di milioni di famiglie, di cui gli animali da compagnia sono parte vitale: tiene uniti ed è molto meno costoso che affrontare i crescenti abbandoni e le sofferenze, umane e animali”, sottolinea l’organizzazione ambientalista.
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L’XI rapporto nazionale “Animali in Città” di Legambiente fa il punto sui servizi offerti dalle amministrazioni comunali e dalle Aziende sanitarie nella gestione degli animali d’affezione e sulla qualità della nostra convivenza con animali padronali e selvatici in contesti urbani. Quest’anno a rispondere in modo completo all’indagine di Legambiente sono state 986 Amministrazioni comunali (circa il 50% rappresentato dai Comuni capoluogo) e 42 Aziende sanitarie. Quattro le macroaree di valutazione delle performance: quadro delle regole (regolamenti comunali e/o ordinanze sindacali), valido solo per i Comuni; risorse impegnate e risultati ottenuti; organizzazione delle strutture e servizi al cittadino; controlli. In base a questi criteri, il cigno verde ha assegnato il premio nazionale “Animali in Città 2022” ad alcune delle realtà virtuose nell’offerta di servizi e in azioni dedicate alla prevenzione. Anche quest’anno tra i premiati i Comuni di Prato, Modena e Verona, primi tre migliori risultati tra tutti i 986 Comuni che hanno fornito i dati. Tra le Aziende sanitarie spiccano l’ATS della Montagna, l’AUSL Toscana Centro e l’ATS Brescia.
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Legambiente è tornata a ribadire una serie di proposte, a partire dall’urgenza di un’anagrafe unica nazionale obbligatoria per tutte le specie animali d’affezione o compagnia (ad oggi obbligatoria solo per i cani). Lo scopo è quello di fornire i servizi necessari ai cittadini e realizzare i controlli, anche in ambito sanitario, per prevenire criticità, migliorare e rendere sicura la convivenza con gli amati “pet”, superando la frammentarietà delle informazioni regionali. Soprattutto alla luce dell’annuncio della direzione generale della sanità animale del Ministero della Salute di una sua approvazione entro il 2023.
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Il 39,6% delle amministrazioni comunali ha dichiarato di aver attivato l’ufficio o un servizio appositamente dedicato al settore e l’83% delle Aziende sanitarie di avere almeno il canile sanitario e/o l’ufficio di igiene urbana veterinaria (in 3 casi anche l’ospedale veterinario). Nonostante questo, ancora oggi poco meno di una su tre (il 30,8%) delle Amministrazioni comunali raggiunge una performance almeno sufficiente, mentre l’85,7% delle Aziende sanitarie fa lo stesso. Il resto non risponde o mostra una performance che va da insufficiente a pessima. In crescita rispetto allo scorso anno i costi sostenuti nel 2021 da Amministrazioni comunali e Aziende sanitarie per i servizi ai cittadini e gli amici a quattro zampe: quasi 219 milioni di euro (nel 2019 era di circa 193 milioni). Pari a 73 volte la somma impegnata dall’Italia per la gestione di tutti gli animali confiscati e a 219 volte la somma impegnata in Italia per cura e recupero di tutti gli animali selvatici feriti. Rispetto alla spesa media pro capite si attesta a circa 2,9 euro/cittadino per le amministrazioni comunali (in crescita rispetto lo scorso anno che era di 2,4 euro) e di 0,81 euro/cittadino per Aziende sanitarie. I Comuni dichiarano di spendere il 61,9% del bilancio destinato al settore per la gestione dei canili rifugio.
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Numeri ancora una volta negativi per l’anagrafe canina: solo 290 Comuni rispondenti (il 29,4%) dichiarano di conoscere il numero complessivo dei cani iscritti in anagrafe canina presenti nel proprio territorio, pari a 1.197.226 cani. Solo 228 Comuni (il 23,1%) di conoscere il numero delle nuove iscrizioni avvenute nell’anno 2021, pari a 89.583 cani. Oltre il 70% dei Comuni non ha saputo fornire alcun dato.
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Numeri insufficienti per una politica seria di controllo demografico anche quelli della prevenzione del randagismo tramite sterilizzazione delle popolazioni, padronali e non padronali, di cani e gatti: solo il 47,6% delle Aziende sanitarie dichiara di effettuare azioni a riguardo. Nel 2021 si contano appena 4.307 cani e 19.595 gatti complessivamente sterilizzati. Si pensi che, solo nel 2021, il numero dei cani dichiarati entrati nei canili sanitari è stato di 30.595 unità, dei gatti dichiarati entrati nei gattili sanitari di 16.259 e presenti nelle colonie feline di 338.985 (di cui quasi il 50% dichiarato non sterilizzato). Rispetto alle aree dedicate agli animali d’affezione solo il 25,76% dei Comuni ha dichiarato di avere spazi dedicati, con una media di uno spazio dedicato ogni 9.423 residenti.

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